Quale futuro per Asti Musei? La convenzione scadrà tra due settimane
Interrogazione promossa da AstiOltre firmata da tutti i consiglieri di minoranza. “Una politica culturale si declina su progettualità”
Cosa intende fare il Comune di Asti con la convenzione con la Fondazione Asti Musei che scade tra due settimane e non può essere tacitamente prorogata?
Su iniziativa di AstiOltre, primo firmatario il consigliere Roberto Migliasso, le forze di opposizione unite hanno presentato al Sindaco e alla Giunta una interrogazione a risposta scritta firmata da tutti i consiglieri di minoranza.
Fin dai primi giorni di agosto AstiOltre aveva posto il problema, chiedendo l’apertura di un confronto sul futuro della politica culturale in generale oltre che sulla gestione e i risultati del polo museale creato cinque anni fa con la nascita della Fondazione Asti Musei.
In assenza di reazioni, la decisione di passare a nuove iniziative, in considerazione dell’importanza della scadenza della convenzione che, era stato fatto presente, presenta non poche criticità che si ritiene indispensabile discutere pubblicamente onde poter ricondurre il confronto e la definizione delle scelte culturali e organizzative da cui dipendono investimenti e indirizzi progettuali nell’ambito proprio degli organismi democraticamente eletti e nel rispetto della legislazione regionale e nazionale in materia.
Il testo integrale dell’interrogazione
Premesso che – in data 24.09.2018 il Consiglio Comunale, con la deliberazione n.55, ha approvato l’adesione del Comune di Asti alla Fondazione Asti musei, quale fondatore successivo, e contestualmente ha approvato la convenzione per la valorizzazione del patrimonio culturale astigiano
– in data 12.10.2018 è stata sottoscritta detta convenzione che all’art. 14 prevede una durata di 5 anni, a decorrere dalla data della sottoscrizione, con espressa esclusione del rinnovo tacito e quindi l’automatica risoluzione della stessa con possibilità però delle parti di concordare termini e condizioni per la stipula di una nuova convenzione.
Interrogano la Giunta Comunale per sapere:
1) se intende stipulare con la Fondazione Asti musei una nuova convenzione per la valorizzazione del patrimonio culturale astigiano ed a quali condizioni e termini
2) se la stipula della nuova convenzione presuppone l’acquisizione di specifiche autorizzazioni /nulla osta e se, in caso affermativo, si è provveduto all’acquisizione di detti pareri/nulla osta ed è stata data comunicazione agli Enti di tutela e controllo
3) se in applicazione dell’art, 4 della convenzione in scadenza è stato adottato a suo tempo uno specifico regolamento per la disciplina operativa relativa alle attività di gestione e conservazione dei beni culturali e se tale regolamento verrà confermato o eventualmente modificato
4) se la Fondazione Asti musei ha trasmesso al Comune la relazione annuale sullo stato di conservazione dei beni culturali oggetto della convenzione e se sono stati segnalati eventuali necessità di ordine conservativo, eventuali incrementi patrimoniali ed interventi di restauro
5) se Il Comune ogni due anni (o in caso di necessità anche annualmente) ha definito e conseguentemente trasmesso alla Fondazione Asti musei indirizzi circa:
a) I livelli minimi di qualità della gestione che la Fondazione deve garantire
b) gli obiettivi di miglioramento ottenibili attraverso investimenti e/o interventi di carattere organizzativo e la loro graduazione nel tempo
c) i metodi di rilevazione del rispetto degli standard regionali e nazionali
In caso di risposta positiva ai punti 3 e 4 e 5 i sottoscritti consiglieri chiedono copia dei relativi documenti”.
Nonostante i proclami e le velleitarie ambizioni nazionali e internazionali, il settore culturale ad Asti vive una situazione non certo brillante, in assenza di una visione strategica e orientata alla ricerca, alla progettazione e alla creazione di opportunità di lavoro qualificato.
Basti pensare che in una città di provincia con velleità di primeggiare a livello nazionale alcune delle maggiori istituzioni sono in carenza di organico e assenza di guida.
La Fondazione Asti Musei non ha nè direttore nè curatore delle collezioni; il Consorzio Uni-Astiss non ha Direttore; la Fondazione Vittorio Alfieri non ha direttore da dieci anni e da quasi tre anni e’ commissariata.
Una politica culturale non si declina soltanto su eventi in serie, piccoli o grandi, riusciti o meno che siano, ma su progettualità di medio-lungo periodo che consentano di rafforzare strutture, creare nuovi posti di lavoro qualificati, progettare servizi orientati alla crescita dei cittadini.
Troppo spesso si confonde la cultura con il marketing, che è uno strumento utilissimo, ma al commercio. Che è altra cosa dalla cultura.
Fonte: La Voce di Asti
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